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Autore: dev

L’arte della parola, il dialogo tra le arti

La parola rivela le sfumature, il suono e gli attributi unici delle cose che descrive. Se scelta con cura e posizionata con intenzione, diventa un chiaro invito a sentire, esplorare, provare: esattamente ciò che fa il copywriter per trasformare i concetti in messaggi tangibili e persuasivi, creando ponti emotivi tra il prodotto o il servizio e il consumatore attraverso strategie di storytelling

Insieme alle competenze tecniche, le regole e i retroscena di questo mestiere, la naturale propensione alla scrittura non può prescindere da una visione sensibile che concepisce tutte le arti e le forme di narrazione come strutture dialoganti. Questa sensibilità è il motore della creatività che, appunto, trae conoscenza dai più svariati ambiti artistici. 

Ecco perché la pratica della scrittura non è mai isolata, ma parte di un fluire dinamico di influenze e interconnessioni. Scrivere vuol dire anche attingere dalle diverse forme d’arte che, a loro volta, si contaminano e arricchiscono a vicenda: la pittura dialoga con la musica, il cinema con la letteratura, l’architettura si intreccia alla scultura e così via a costruire un tessuto sinergico di ispirazioni.  

In un contesto di scambio costante, la parola si snoda naturalmente sul filo rosso delle arti, dando forma a suggestioni e nuove interpretazioni a partire da impulsi presenti e passati, per costruire con densità ed efficacia creativa la propria narrazione di vendita, senza per questo sacrificare la concretezza comunicativa del messaggio.
Solo così, il copywriting può diventare un atto trasformativo davvero potente, in grado di dare carattere alla brand identity, valorizzare un prodotto, creare un’esperienza d’acquisto coinvolgente, stimolare con disinvoltura azioni significative e instaurare relazioni durature.

Parole in scena: il legame tra Copywriting & Cinema

Cinema e Copywriting condividono la stessa missione narrativa, con lo scopo di coinvolgere, emozionare, ispirare, influenzare il comportamento del pubblico e comunicare valore. Così come un film di successo innesca tensioni emotive e spinge gli spettatori sull’orlo delle proprie sedie, un buon copy catalizza l’attenzione dell’utente fino all’ultima parola. Entrambe le dimensioni creative si nutrono dell’abilità di comprendere e rappresentare le emozioni umane, creando connessioni. 

Le storie cinematografiche seguono spesso schemi narrativi consolidati, con le dovute variazioni. Questa prassi non è casuale, perché una struttura convenzionale e “familiare” agevola il pubblico nel seguire l’andamento della storia, identificarsi con essa, comprenderne la lezione morale. Ma se è vero che da un lato una storia lineare e ben strutturata evita dilatazioni narrative, è altrettanto necessario che ogni regista abbia la propria cifra stilistica che è garanzia di riconoscibilità. Le regole del gioco, con le parole, sono le medesime: alla base c’è un’architettura universale sulla scrittura persuasiva, ma investire nell’identità verbale vuol dire comunicare con un Tone of Voice unico e differenziante, lavorando su diversi livelli espressivi e intenzionali per contribuire alla costruzione di una Brand Image distintiva. 

Il cinema ci insegna che le storie più potenti sono quelle che ci fanno sentire parte della narrazione, coinvolgendoci a livello viscerale. Lo stesso principio si applica al copywriting, in cui la capacità di creare empatia e trasmettere autenticità con una narrazione d’impatto è fondamentale per stabilire una relazione profonda e duratura con il target di riferimento. Pensiamo, ad esempio, al crescendo drammatico utilizzato ampiamente sul grande schermo: con le parole, equivale un po’ a creare quel senso di urgenza e spingere l’utente all’azione attraverso un climax persuasivo. O ancora al foreshadowing, che nel costruire un testo di vendita può essere adoperato per prefigurare i vantaggi che il cliente otterrà scegliendo il prodotto/servizio in questione.

Insomma, le analogie tra i due mondi sono potenzialmente infinite e la regia è la stessa: trasformare le storie in esperienze che modificano anche solo per un istante il modo in cui percepiamo il mondo e agiamo in esso.