Parole in scena: il legame tra Copywriting & Cinema
Cinema e Copywriting condividono la stessa missione narrativa, con lo scopo di coinvolgere, emozionare, ispirare, influenzare il comportamento del pubblico e comunicare valore. Così come un film di successo innesca tensioni emotive e spinge gli spettatori sull’orlo delle proprie sedie, un buon copy catalizza l’attenzione dell’utente fino all’ultima parola. Entrambe le dimensioni creative si nutrono dell’abilità di comprendere e rappresentare le emozioni umane, creando connessioni.
Le storie cinematografiche seguono spesso schemi narrativi consolidati, con le dovute variazioni. Questa prassi non è casuale, perché una struttura convenzionale e “familiare” agevola il pubblico nel seguire l’andamento della storia, identificarsi con essa, comprenderne la lezione morale. Ma se è vero che da un lato una storia lineare e ben strutturata evita dilatazioni narrative, è altrettanto necessario che ogni regista abbia la propria cifra stilistica che è garanzia di riconoscibilità. Le regole del gioco, con le parole, sono le medesime: alla base c’è un’architettura universale sulla scrittura persuasiva, ma investire nell’identità verbale vuol dire comunicare con un Tone of Voice unico e differenziante, lavorando su diversi livelli espressivi e intenzionali per contribuire alla costruzione di una Brand Image distintiva.
Il cinema ci insegna che le storie più potenti sono quelle che ci fanno sentire parte della narrazione, coinvolgendoci a livello viscerale. Lo stesso principio si applica al copywriting, in cui la capacità di creare empatia e trasmettere autenticità con una narrazione d’impatto è fondamentale per stabilire una relazione profonda e duratura con il target di riferimento. Pensiamo, ad esempio, al crescendo drammatico utilizzato ampiamente sul grande schermo: con le parole, equivale un po’ a creare quel senso di urgenza e spingere l’utente all’azione attraverso un climax persuasivo. O ancora al foreshadowing, che nel costruire un testo di vendita può essere adoperato per prefigurare i vantaggi che il cliente otterrà scegliendo il prodotto/servizio in questione.
Insomma, le analogie tra i due mondi sono potenzialmente infinite e la regia è la stessa: trasformare le storie in esperienze che modificano anche solo per un istante il modo in cui percepiamo il mondo e agiamo in esso.