Storytelling: dall’AI al valore umano della professionalità
Vendere ma connettere: è questa la formula del copywriting vincente, quello che riesce nel suo intento di portare l’utente a compiere un’azione specifica, costruendo al tempo stesso un legame solido con il brand.
Innanzitutto c’è lo studio del target di riferimento, per conoscere bisogni e desideri del pubblico con lo scopo di cucire un messaggio persuasivo su misura.
Poi – imprescindibile – la costruzione del tone of voice: si raggiunge l’obiettivo solo con una voce coerente e riconoscibile che incarna l’essenza, i valori e la mission del brand. Una sorta di attestato di unicità.
A reggere quest’architettura è senza dubbio il potere dello storytelling: attraverso storie memorabili, cariche di emozione e significato, il copywriter può catalizzare più facilmente l’attenzione del lettore e aggiungere valore ispirazionale a una semplice esperienza d’acquisto.
Oggi l’arte della parola si trova ad affrontare un’ulteriore sfida: adattarsi ai cambiamenti del panorama digitale.
Nuove tecnologie, strumenti di intelligenza artificiale e machine learning ma soprattutto il cambio delle preferenze e delle abitudini di consumo richiedono ai professionisti del linguaggio un vero cambio di pelle.
In questo contesto mutevole, il copywriter può – anzi deve – viaggiare attraverso il cambiamento e adattarsi a nuovi schemi logici cogliendone il profilo costruttivo.
Le opportunità per il copywriter e il cliente sono molteplici ma in questo viaggio la bussola è sempre la stessa: mantenere il focus sull’unicità del messaggio e distinguersi per il valore umano della professionalità.
Accogliere l’innovazione allora non vuol dire ridimensionare il potere dell’atto creativo: la tecnologia fornisce gli strumenti ma l’esperienza comunicativa si eleva attraverso la cultura, l’approccio strategico e l’autentica sensibilità umana. Perché solo la parola viva, ragionata e costruita può dare la giusta forma alla sostanza e voce ai nostri bisogni condivisi.